La magia nasce nel momento della comunicazione, continua con la preparazione ed esplode all’arrivo.
Abbiamo comunicato ai bambini che li avremmo portati in cascina (La cascina Codazza, con Chiara che è una splendida padrona di casa, animali, natura… Per noi è il posto del cuore!), ma questa volta per dormire!
I bambini sono letteralmente impazziti all’idea di dormire in tenda, di accendere il fuoco, di usare la torcia, di svegliarsi in cascina con il canto del gallo… Così sono iniziati i preparativi, inutile dire che avrebbero portato di tutto, così abbiamo limitato ad uno zaino a testa, altrimenti avremmo dovuto noleggiare un pullman per monopattino, coperte, 1000 torce e lampade, compresa quella estraibile della bicicletta, fischietto nel caso non dovessimo vederci per riconoscerci, neanche fossimo nella foresta, cuscini, pupazzi, borracce, bussola, accessori per il picknic… Potrei dilungarmi per ore, ma qualsiasi cosa vi venga in mente è venuta in mente anche a loro.
Per cena ognuno avrebbe dovuto portare qualcosa da condividere e un dolce a testa per la colazione del giorno successivo. Vi dico solo che se avessi preparato tutte le cose della lista dei bambini avremmo mangiato per 15 giorni, così abbiamo optato per due piatti per la cena e due dolci, uno per la sera e uno per colazione. Dopo lunghe e travagliate decisioni ha vinto un Pasta pesto e pomodorini, Cous cous tonno e cipolle (la family ama i sapori delicati!), Crostata al cioccolato e Biscotti di pasta frolla (qui, ammetto, c’è il mio zampino per ottimizzare i tempi della preparazione).
La serata è stata meravigliosa: siamo arrivati e abbiamo montato le tende, già alle 18 tutti i bambini chiedevano di preparare il fuoco per cuocere i wurstel, musica di sottofondo, genitori rilassati con bicchiere di vino alla mano, profumo di brace, calore del fuoco, urla di bambini che alle 21 avevano già fatto il giro di tutte le tende più volte, entrando in 8\10 alla volta; alle 22 la maggior parte aveva già voluto indossare il pigiama, ma alle 24 ancora nessuno dormiva. La mattina alle 6, dopo qualche canto del gallo, nessuno riusciva più a tenerli nelle tende, la voglia di ricominciare era troppo forte e così pronti partenza via per un altro giorno!
Ecco io credo che questo rimarrà uno di quei ricordi impressi nella memoria di ognuno di noi, i ricordi accompagnati dal profumo della legna che brucia, dal suono delle risate dei bambini o della canzone di sottofondo. Dalla sensazione del calore del fuoco mentre si tenevano in mano gli spiedini con i marshmallow, dal sapore della crostata, l’odore del giardino aromatico, il canto del gallo, le mani strette per la paura del buio, la lettura del libro della sera con la torcia, lo stesso sacco a pelo condiviso con tua sorella… e ogni volta che si incontrerà qualcosa di simile nella vita, sarà un tuffo nel ricordo di quel momento, magari inconsapevole, ma, semplicemente, la sensazione piacevole provata quella sera verrà ripetuta anche per pochi istanti alla vista di una tenda, o di un fuoco, o di una torcia… Questo è il segreto per infondere gocce di bellezza nella vita dei bambini, ma anche di noi adulti, perché per me ogni sensazione vissuta in quella cascina quella notte vale la pena di essere rivissuta!
Se vi state chiedendo quali sono gli ingredienti per ricordi buoni, vi posso dire che il più importante di tutti è l’intenzione. L’intenzione che ponete nel realizzare ogni esperienza, anche la più semplice e quotidiana, porta con sè la magia dell’atmosfera che si creerà. Le memorie si attivano su tre livelli: Visivo, Auditivo e Kinestetico, infatti se ci pensate ogni ricordo torna sottoforma di Visione (“Ricordo la scena come se fosse un film muto”), Parole e Suoni (“Mi sembra di sentire la voce di mia nonna che mi chiama per la cena come se fosse ancora qui”), Emozioni e Sensazioni (“Ogni volta che passo davanti al luogo dell’incidente sento un brivido lungo la schiena e mi sembra di avvertire ancora la paura dello schianto”). Così il cervello attiva le memorie del nostro vissuto e permette che queste ci condizionino rispetto alla percezione di ciò che ci accade, per evitare che le esperienze negative abbiano il sopravvento è importante nutrire i bambini di ricordi positivi. Non sempre possiamo evitare che i nostri figli vivano situazioni stressanti, ma nutrirli dell’esatto opposto sarà la loro cura per la serenità.
Ogni volta che vostro figlio sarà triste è il momento per un’esperienza di gioia, quando qualcosa lo preoccupa nutritelo di esperienze spensierate, se vedete che la solitudine sta entrando in lui ecco che il calore della presenza sarà il suo antidoto. Proprio come polo negativo e polo positivo le esperienze buone ribilanciano quelle negative e riportano verso l’equilibrio. Questo “antidoto” vi permette di avere uno strumento prezioso, perché concentrarsi sulla soluzione degli aspetti negativi può essere frustrante, ma riconoscere lo stato d’animo del nostro bambino e attivare il suo antagonista rappresenta un’arma valida e potente.