Abbiamo messo in scena La Strega Rossella!
Gaia ha sempre amato i libri. Da mamma orgogliosa e fiera pensavo a quanto i bambini riescano ad assorbire ciò che vivono e a farlo loro, quindi avevo confermato il concetto che se sei un genitore che ama i libri e che legge a suo figlio fin da piccolissimo, questo amerà a sua volta la lettura.
Beh, molti genitori lo sanno meglio di me… Non è proprio così scontato!
Con Mattia abbiamo iniziato ancora prima e molto di più rispetto a Gaia, perché sua sorella ha iniziato a leggergli le storie quando era ancora nella pancia. Quando è nato lei recitava a memoria tutti i suoi libri seduta con la sua seggoiolina accanto alla culla, ma l’effetto non è stato quello immaginato: Mattia ama molto di più correre e giocare a pallone piuttosto che leggere, per lui stare fermo e ascoltare è una costrizione insopportabile. Solo la sera prima della nanna, quando è già molto stanco si abbandona in coccola e chiede che gli si legga una storia.
Un giorno la sua cuginetta gli ha regalato La strega Rossella e da lì tutto è cambiato, ora abbiamo tutta la linea completa che lui adora.
Ma cos’è cambiato?
Sono sicura che la magia l’abbia fatta l’associazione del libro, sicuramente ben scritto e in rima, quindi molto facile da interpretare, all’entusiasmo di tre bambini che si ritrovano dopo tanto tempo e devono gestire insieme una giornata di pioggia. Maila, la mia nipotina, abita a Roma, quindi quando viene a trovarci è una reale festa. In quell’occasione, purtroppo, madre natura ci ha regalato un week end di pioggia, ma a loro non è interessato, erano troppo felici per farsi rovinare la giornata, così hanno costruito capanne, che si sono trasformati in galeoni e poi in camper, infine hanno recitato le scene del libro che Maila aveva regalato a Mattia e Gaia; travestendosi, recitando, ridendo… giocando!
È stato così che Mattia ha trovato il suo significato positivo da associare al libro: finalmente era riuscito a sentire le emozioni giuste che valesse la pena riprovare e, soprattutto, eravamo riusciti ad “animare” una lettura; non ci avevo mai provato, ma era ovvio che per lui sarebbe stato fondamentale potersi muovere, saltare, scappare, nascondersi. Interpretando la storia poteva usare il corpo, che è sempre stato il suo strumento di comunicazione con il mondo, molto più delle parole.
Questo per dire che è fondamentale che ogni bambino trovi la sua motivazione, la sua spinta interiore che lo porti a voler ripetere quell’esperienza con entusiasmo e interesse, lo stesso approccio non può avere la medesima efficacia in bambini diversi: i loro interessi sono differenti, così come le loro priorità ed esigenze. Il nostro compito è avere la pazienza di cercare con lui il modo e momento giusto, l’esperienza migliore che faccia da base a quelle successive.
Siamo troppo concentrati su quello che devono imparare, e qui perdiamo tutte le nostre energie buone. Se ci lasciassimo guidare dalla saggezza del bambino e gli permettessimo di decidere come vogliono approcciare il loro apprendimento, tutto sarebbe più semplice. Ogni apprendimento è legato ad un’emozione e se io avessi continuato a insistere perché lui stesse seduto e in silenzio, lui avrebbe associato i libri (quindi probabilmente la scuola e i compiti) a qualcosa di negativo e frustrante ad un obbligo fastidioso. Ora invece spero che lui viva la parte divertente, la scoperta, il gioco, il libro come un oggetto amichevole che porta con sé sensazioni buone, per tutto il resto c’è tempo.
Quale emozione voglio che sia accompagnata all’apprendimento di mio figlio?
Prendi un foglio e scrivi 10 esperienze importanti della vita di tuo figlio, accanto abbina le emozioni che credi abbia provato in quelle circostanze.
Domandati cosa avrebbe aiutato il tuo bambino a vivere meglio quelle situazioni, scrivi parole o frasi che avrebbe voluto sentirsi dire, immedesimati in lui, e pensa che cosa ti sarebbe servito per credere in te stesso, sentirti al posto giusto, al sicuro, sostenuto, per sentirti capace e competente.
Non giudicarti se pensi non siano state tutte positive, focalizzati sulle esperienze che verranno: il tuo bambino ha ancora molte esperienze da vivere e tu puoi aiutarlo perché siano positive e incoraggianti.
Se pensi che delle cose debbano cambiare, non avere paura di dirglielo, parla con lui e digli cosa pensi di lui, rassicuralo sul fatto che lo sosterrai sempre e lui potrà fare ogni cosa che vorrà perché è speciale e immenso.
Ingredienti: Osservazione (per capire come sta vivendo le sue esperienze devi poterlo osservare con calma e lucidità); Accoglienza (accogli anche le tue emozioni negative e trasformale in positive, se cambi prospettiva è un attimo: un bambino testardo e cocciuto, può trasformarsi in caparbio e sicuro di sé, basta vederlo da una nuova prospettiva) Pazienza (sii paziente, se intervieni ogni volta che è in difficoltà penserà che non credi nelle sue capacità, lascialo fare e sii il suo supporto; non sostituirti, il tuo bambino è molto potente, magari ci vorrà un po' di più ma ne varrà la pena).