Fertilità

Il farro ci ha accolto in collina in un giorno di sole pallido, a Borgo Tossignano in provincia di Bologna. Ad un primo, ed inesperto sguardo, ci ha confuso: poteva essere grano.Alto e giallo come quest’ultimo, imbiondiva il paesaggio. Grandi... Leggi tutto

Il farro ci ha accolto in collina in un giorno di sole pallido, a Borgo Tossignano in provincia di Bologna. Ad un primo, ed inesperto sguardo, ci ha confuso: poteva essere grano.Alto e giallo come quest’ultimo, imbiondiva il paesaggio. Grandi macchine agricole erano pronte a solcare il lieve pendio per raccoglierlo e Andrea Masi, il giovane agricoltore che ci attendeva, le seguiva come un attento direttore d’orchestra. Era il padrone di casa. Il farro è un cereale coraggioso, lo scopriamo subito: ha l’ardire di crescere su terreni non sempre amichevoli, si adatta ad un clima che cambia e diventa sempre più siccitoso, non necessita di molta acqua, ma comunque cresce, anche rigoglioso. Ha una costituzione robusta, forte. È per questa sua natura che si adatta alle colline e per questa sua natura è stato capace di ripopolarle: fertile, perché ha riportato la vita con le sue rese sicure, ha riportato l’economia e le persone in un territorio che le aveva viste andare. Ma fertile anche perché, come ci spiegherà il Prof. Giovanni Dinelli, ha rappresentato la base alimentare per il popolo romano: la puls, una pietanza simile alla polenta, era infatti fulcro della loro dieta. Conosciamo il farro, forte e nutriente.