Il calo della fertilità umana è un fatto dunque, ma insieme a questo parere la scienza ce ne porta un altro, altrettanto concorde: nei paesi industrializzati o in via di sviluppo il terreno agricolo sta perdendo la fertilità ed è in atto un processo di desertificazione del suolo.
Per chi, come me, si interessa da decenni dei rapporti fra ambiente e salute, appare evidente un importante nesso causale comune fra “aridità” del suolo e “sterilità” del genere umano o, meglio, appare evidente come gli effetti avversi sulla fertilità del suolo e su quella degli organismi animali siano dovuti entrambi all’inquinamento. Mantenere la vitalità del pianeta Terra sta diventando sempre più difficile.
L’agricoltura
Il termine agricoltura deriva dal latino agricultura, da ager, agri «campo» e cultura «coltivazione». L’agricoltura rappresenta l’arte e la pratica di coltivare il suolo allo scopo di ottenerne prodotti per l’alimentazione umana e animale, e anche altri prodotti utili alla vita quotidiana […] Lo scopo basilare dell'agricoltura è comunque quello di ottenere prodotti dalle piante, da utilizzare soprattutto a scopo alimentare (*1).
Quindi l’agricoltura deriva da un rapporto complice fra l’uomo e la natura, dove l’attività antropica soddisfa i bisogni della natura, dove le esigenze dell’uomo si adattano a quelle del suolo e viceversa, dove la natura, in cambio di un rapporto armonico, offre all’uomo i frutti per il suo sostentamento e lo mantiene in salute. Così, attorno al 10.000 a.C, dopo la glaciazione, l’uomo inizia la coltivazione delle piante (arboree, erbacee), l'allevamento degli animali e l’utilizzo delle foreste.
Il progresso delle tecniche agricole va di pari passo con lo sviluppo tecnologico umano, con l’acquisizione di nuove conoscenze e di tecniche di coltivazione. Da un’agricoltura che nasce e si sviluppa come agricoltura di sussistenza, si passa ad un’agricoltura di mercato, dove i prodotti vengono all’inizio scambiati, e poi venduti per acquisire altri beni. Questo nuovo approccio comporta un'agricoltura estensiva prima, quindi basata sul latifondo, e poi un'agricoltura di tipo intensivo e specializzata, sempre più meccanizzata, con uso di fertilizzanti e tecniche di ingegneria genetica, cioè l’agricoltura industriale, con l’unica finalità della commercializzazione del prodotto della terra con il massimo profitto. Il sistema agricolo industriale è un sistema aperto, contrariamente al passato, nel quale solo con l’ausilio di concimi chimici, fitofarmaci, macchinari ad alta tecnologia e perfino colture geneticamente modificate è possibile ottenere un prodotto redditizio. A partire dal secolo scorso, l’uomo, pur consapevole del benefico patto di complicità con la natura, lo ha spezzato: l’agricoltura convenzionale si caratterizza con uno scarso uso di fertilizzanti organici, una estrema velocità dei processi di mineralizzazione dei residui colturali, attraverso la combustione diretta e le lavorazioni dei suoli. A tutto questo si aggiunge la crescente urbanizzazione, che comporta uno squilibrio fra la sostanza organica asportata dai terreni dalle produzioni agricole e quella che dovrebbe tornare ad essi dai residui dei prodotti consumati altrove. Non ritorna al suolo la massa organica costituita dai residui degli alimenti (frutta, ortaggi, ecc.) perché dispersa nelle grandi discariche urbane non differenziate (www.sias.regione.sicilia.it). E una delle conseguenze è proprio la perdita di fertilità del suolo, cioè la desertificazione, di cui vi parleremo con un contenuto dedicato.
Le conseguenze sulla salute umana
Ma veniamo alla salute dell’uomo in questo contesto, ed in particolare la sua capacità di riprodursi e di continuare la permanenza del genere umano sulla faccia della terra, in una parola cosa è successo alla sua fertilità.
La fertilità nell’uomo
Un’ importante revisione della letteratura (Levine et al, 2017) ha messo in evidenza che vi è stato un calo molto significativo nel numero di spermatozoi negli uomini in età fertile nei Paesi industrializzati, che ha comportato la perdita del 50-60% della fertilità in Nord America, Europa, Australia e Nuova Zelanda fra il 1973 e il 2011. Il progressivo declino del numero di spermatozoi in tossicologia può essere considerato come “il canarino nella miniera di carbone”, cioè un preciso segnale che l’ambiente in cui l’uomo vive comporta rischi di effetti tossici severi.
Il Dottor Luigi Montano, uro-andrologo della ASL di Salerno e presidente della SIRU, la Società Italiana di Riproduzione Umana, ha studiato siti a rischio come la Terra dei Fuochi e l’area di Taranto: la frammentazione del DNA spermatico (una forma di danno genetico al DNA dello spermatozoo che può causare problemi di fertilità e di sviluppo embrionale) di centinaia di adulti maschi sani, non fumatori, non bevitori abituali, non consumatori di droghe, residenti da almeno 5 anni nelle aree di reclutamento e non esposti professionalmente, è significativamente più elevata nei soggetti provenienti dalle zone inquinate rispetto a quella dei soggetti provenienti da zone sicure.
L’inquinamento ambientale non nuoce soltanto alla fertilità maschile, ma anche a quella delle donne.
La fertilità nella donna
La fertilità della donna dipende dalla precisa e appropriata sincronizzazione delle ovaie e delle funzioni funzioni ormonali; qualsiasi dis-regolazione altera l’efficienza dell’ovulazione e quindi la possibilità di una gravidanza. Gli studi sugli effetti degli inquinanti sulla riproduzione femminile descrivono di solito gli effetti di un singolo agente, mentre le donne, come tutta la popolazione generale, sono esposte ogni giorno ad una combinazione di diverse sostanze tossiche nocive. Pertanto, anche se la concentrazione di un singolo agente può essere bassa, l'azione sinergica dei diversi inquinanti, insieme a fattori predisponenti, possono aumentare il rischio di alterare la fertilità. Studi recenti hanno evidenziato che l'inquinamento ambientale e i cambiamenti climatici aumentano significativamente il rischio di difetti alla nascita, soprattutto dopo un'esposizione prolungata. Il momento in cui avviene l’esposizione e la durata dell’esposizione materna stessa alle complesse miscele di inquinanti ambientali, compresi i pesticidi, possono invalidare il sistema neuroendocrino fetale (Canipari et al, 2020).
Agricoltura biologica per la salute umana e della terra
Le conseguenze dell’inquinamento ambientale sulla salute umana ci fanno concludere che un ecosistema salubre può sicuramente contribuire alla capacità riproduttiva delle diverse specie viventi. In tutto questo si inserisce il tema della salute della terra per la salute dell’uomo. L’agricoltura biologica considera i potenziali impatti negativi sull’ambiente e la società che le pratiche agricole possono determinare. Eliminando l’utilizzo di prodotti di sintesi quali i fertilizzanti chimici, i pesticidi, i farmaci veterinari, le sementi geneticamente modificate, conservanti, additivi, ecc., sostituendoli con pratiche agricole specifiche per ogni coltivazione, che aumentino la fertilità del suolo e prevengano l’infestazione e le malattie delle piante, sicuramente si favorisce la salute dell’uomo.
Bibliografia
- Brunetti M., Buffoni L., Lentini G., Mangianti F., Maugeri M., Monti F., Nanni T., Pastorelli R., 2005. Climate variability in Italy in the last two centuries. UCEA - Ufficio Centrale di Ecologia Agraria, Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, Roma.
- Vento D., Epifani C., Di Giuseppe E., Esposito S., 2005 - Analysis of italian precipitation regimes with reference to extreme events. UCEA - Ufficio Centrale di Ecologia Agraria, Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, Roma.
- Levine et al, 2017. Temporal trends in sperm count: a systematic review and meta-regression analysis Human Reproduction Update, Vol.23, No.6 pp. 646–659, 2017 Advanced Access publication on July 25, 2017 doi:10.1093/humupd/dmx022
- Luigi Montano, Paolo Bergamo, Maria Grazia Andreassi and Stefano Lorenzetti. The Role of Human Semen as an Early and Reliable Tool of Environmental Impact Assessment on Human Health . 2018 http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.73231
- Canipari R, De Santis L, Cecconi S. Female Fertility and Environmental Pollution. International Journal of Environmental Research and Public Health. 2020; 17(23):8802. https://doi.org/10.3390/ijerph17238802
- Note interne: *1 (definizione in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 24/2/2021).