Hai mai tenuto un diario?
Forse fai parte di quelli che pensano che il diario sia uno strumento utile agli adolescenti e ti senti troppo grande per farlo anche tu, ma ti assicuro che invece, a qualsiasi età, può rivelarsi una risorsa importante per il cambiamento e per imparare un sacco di cose su di te. Io, per esempio ho 47 anni ma non ho mai perso l’abitudine di scrivere anche per me stessa, in un luogo privato la cui unica lettrice sono io.
Il diario come spazio di riflessione
Scrivere un diario a mano è uno spazio di riflessione che serve a mettere una cornice e dare un nome alle nostre emozioni: prenderti del tempo per mettere nero su bianco la vita esterna e interna significa regalarti un momento per te stessa e fare lo sforzo di dare un nome a quello che provi. Troppe volte lasciamo scorrere la vita senza fermarci per assaporarne sia le sensazioni positive che quelle negative e così rischiamo di perdere l’abitudine all’ascolto.
Il diario per rileggersi
Un diario non è solo il luogo dove scrivi ciò che ti accade o come ti fa sentire qualcosa, ma anche un prezioso strumento per leggerti sia nella contemporaneità della scrittura, sia a distanza e riflettere sulle parole che usi per nominare quello che provi o per raccontare ciò che è accaduto nelle tue giornate.
Leggersi è forse ancora più importante che scriversi, perché se riesci a tenere il giusto distacco, hai la possibilità di guardare le parole che usi come fossero oggetti tridimensionali dotati di peso specifico.
Ci sono parole che sono piombo fuso e che usiamo spesso per raccontarci: ti sei mai chiesta se non valga la pena provare a cambiarle? Un utile esercizio che faccio spesso con i miei diari è proprio questo: rileggermi e provare a raccontare la stessa storia con parole meno stringenti, meno giudicanti, meno cattive nei miei confronti. La prima versione che scriviamo, specialmente di eventi e emozioni che ci stressano, di solito è la più crudele: se non ci sforziamo di pensare anche a una seconda versione, rischiamo che quella bozza rimanga l’unica a nostra disposizione e determini il modo in cui stiamo nel mondo e ci raccontiamo agli altri.
Il diario come archivio di relatività
Siamo abituati a usare i social come archivio mnemonico della nostra vita, eppure sappiamo quanto anche il web possa essere effimero: e se ricominciassimo a scriverci a mano anche per ricordare ciò che è stato importante?
Nel tempo, ritrovando i diari del passato, scopriremo che molte emozioni che abbiamo provato nella contemporaneità sono scappate, che alcune cose che abbiamo scritto non hanno più il peso che pensavamo avrebbero avuto per sempre.
Scoprire che possiamo anche dimenticare, lasciare andare e che nel tempo gli eventi di una vita che rimangono sono davvero quelli memorabili, ci permette di fare un utile esercizio di relatività: tutto passa e a volte quel che brucia di più diventa solo parte di quello che siamo, lasciando il posto a un flusso di emozioni da vivere con positività.
Scrivere un diario per me è un esercizio di amore verso me stessa, mi consente anche di interrogarmi, di continuo, sulla mia narrazione delle persone, della vita e delle relazioni. In base al punto di vista da cui scrivo, percepisco il mondo e lo trasformo: a volte basta cambiare prospettiva perché il mondo sembri meno pericoloso.
Forse è proprio questo il momento di iniziare a scrivere un diario, ora che la situazione ci impone di stare nel presente cercando di prendere il meglio di quello che ci offre, cercando di metabolizzare tutte le scorie tossiche.
